venerdì 20 ottobre 2006

Una voce in viaggio nell'anima


E' uscito da qualche mese il primo album da solista di Thom Yorke, voce e chitarra dei Radiohead. "The Eraser", album di 9 brani per una durata di circa 40 minuti, vede impegnato Yorke in un personalissimo viaggio attraverso melodie sempre più ricercatamente sofisticate, attraverso l'esclusivo utilizzo del computer. Un portatile, il suono campionato e distorto dagli effetti, le basi di sapore techno e la nitidezza pura della voce, fanno di quest'album un'opera diversa, lontana dalle conformità musicali; un mezzo capace di sfiorare angoli nascosti dell'anima e illuminarli, ma di una luce malinconica. Yorke dimostra al mondo e a se stesso di incarnare lo spirito dei Radiohead, senza tuttavia "separarsene", in un momento di riflessione per ritrovare fiducia in se stesso. I brani che compongono l'album comprendono anche pezzi che già esistenti, sono stati completamente trasformati e riadattati allo scopo. In altri, frammenti di brani dell'ultimo album dei Radiohead sono stati tagliuzzati e ricomposti in modo tale da risultare irriconoscibili, come in "And It Rained All Night", che comprende elementi di "The Gloaming" (Hail To The Thief).


In "Analyse", un pianoforte elettrico immerge la cavalcata moderatamente ritmata della base in un paesaggio dolcemente malinconico, dove il sintetizzatore crea un trasporto mistico verso l'incomprensione della psiche. La melodica sensibilità che traspare dalla voce di Yorke dà quasi i brividi e non ci si può che abbandonare a questa sua visione. Si adatta perfettamente alla voce il lamento preregistrato presente in "Skip Divided", circondato da effetti da "casa dell'orrore" che compaiono e scompaiono all'improvviso, lasciando uno strano senso di inquietudine. In "Atoms For Peace", una base quasi ipnotica accompagna virtuosismi vocali imprevedibili, di cui solo Yorke può essere capace. Il potente basso di "And It Rained All Night" serpeggia nella mente di un uomo, solo con la sua creazione, in una piovosa notte newyorkese, che suscita sentimenti di pericolo e consapevolezza dei mali e delle ingiustizie della società dei nostri giorni. Un suono gommoso mandato in loop per tutta la durata del pezzo, la continua modulazione e provenienza dell'effetto, il suono cupo del pianoforte e il progressivo velocizzarsi di strumenti e voce in prossimità della fine, fanno di "Cymbal Rush" una dolce poesia musicale che chiude l'album.
Yorke mostra in questo lavoro le sue incredibili doti di pioniere del suono ed esperto provocatore di sensazioni (sempre molto malinconiche) attraverso la modulazione della sua inconfondibile voce. Sulla scia elettronica di "Kid A", "Amnesiac" e "Hail to the Thief", quest'album, intitolato "The Eraser" (La gomma per cancellare), ha tutta l'aria di volerne proseguire le inclinazioni ma con un istinto risolutivo e finale. Che voglia alludere a una chiusura con le sperimentazioni elettroniche per un ritorno a sonorità nuovamente orientate verso l'alternative pop/rock?

(Il disco a cui alludevo nei commenti del post precedente non è questo. Questo potete trovarlo nei negozi di musica o scaricarlo dalla rete.)





domenica 8 ottobre 2006

Lucky Starr, il vagabondo dello spazio


Ho da poco terminato di leggere "Lucky Starr, il vagabondo dello spazio", di Isaac Asimov, scrittore naturalizzato statunitense di fantascienza e di divulgazione scientifica. (Petrovichi, Bielorussia, 2 gennaio 1920- New York, USA, 6 aprile 1992). Questo romanzo, all'interno di una già immensa produzione, costituisce il primo di una serie di romanzi (6 in tutto) che vedono come protagonista il giovane David Starr.
Bisogna premettere che questo romanzo fu ultimato nel 1951 e che lo scrittore, pur dando importanza alla divulgazione scientifica, dovette ammettere che tante delle fantasie da lui immaginate furono in seguito superate dalla realtà delle nuove scoperte. Di tutto ciò Asimov fa accurata analisi nella prefazione e spiega come tutto ciò che egli ha scritto fosse coerente al sapere e alle conoscenze dell'epoca, ma ormai superato. Questo non toglie comunque al lettore il piacere di leggere e di fantasticare grazie alla florida immaginazione dell'autore.
Vengono illustrate le origini del protagonista, la sua storia, il nascere della sua collaborazione con il Consiglio della Scienza, importante istituzione che si occupa di mantenere e monitorare i rapporti fra i pianeti del sistema solare, e viene introdotto il filo conduttore del romanzo: l'avvelenamento di cibi prodotti nelle fattorie delle colonie terrestri su Marte, che provocherà delle morti sulla Terra - Terra che (immaginata in un lontano futuro) non è più in grado di accogliere altra vita, nè di permettere la coltivazione necessaria al fabbisogno mondiale.
David "Lucky" Starr deciderà così di partire alla volta di Marte, per indagare e scoprire le cause degli avvelenamenti dei cibi. Qui, si scontrerà con la vita marziana, costituita da terrestri insediatisi in città "sotto vetro" e che trovano lavoro presso le immense fattorie dove si produce il cibo destinato alla Terra. David avrà modo di farsi assumere (non senza problemi) in una di queste fattorie e qui incontrerà dei personaggi che poco alla volta dipaneranno la misteriosa questione degli avvelenamenti, ma senza dare sostanzialmente grandi aiuti. Uno di questi incontri sarà però fondamentale per David, perchè metterà nella sua mente il germe di una possibile e sepolta civiltà marziana, la quale, non approvando la presenza di terrestri sul pianeta, starebbe facendo di tutto per allontanarli avvelenando i loro cibi direttamente dal sottosuolo.
Cuore del romanzo, la possibilità di esistenza di una vita marziana al di fuori di quella coloniale terrestre, spingerà il protagonista a scendere per chilometri lungo un'enorme fenditura del terreno (una specie di faglia); una discesa fisica che è anche discesa nelle profondità dell'immaginazione, porterà David, ormai stremato, alla scoperta di un'apertura rettangolare su una parete: solo un essere pensante poteva averla creata. Attraversata questa apertura egli verrà in contatto con la forma di vita originaria del pianeta Marte, nulla che possiamo immaginare, nulla a cui possiamo dare un volto, nulla che possiamo "riferire" a qualcosa di esistente, pensiero puro e assenza totale di materia. (Non voglio dilungarmi sui particolari per non togliere il piacere della lettura a chi volesse intraprenderla). E' questa la parte di romanzo che ho vissuto in modo più febbrile, nel suo cuore fantastico si aprono milioni di possibilità a noi sconosciute e difficili da comprendere: siamo esseri fatti di materia legati nei nostri pensieri, a referenti, abbiamo bisogno di associare il linguaggio alla realtà, e quando non riusciamo più a farlo o non ne abbiamo più la possibilità, smettiamo di comprendere.
David riceverà da queste presenze un "dono" (non rivelerò cosa), che durante il suo ritorno alla fattoria saprà salvargli la vita e in seguito, portarlo alla soluzione del mistero del veleno.
Un romanzo che fa sognare, per chi come me e non solo, ama la fantasia e l'immaginazione; un viaggio attraverso la natura umana "esportata", un eroe che incarna l'atavico desiderio di scoperta e la curiosità dell'Uomo, e la presa di coscienza di forme di vita "altre" dalla nostra. Sicuramente da non perdere per gli appassionati del genere, ma, dal mio punto di vista, anche per i non-appassionati. L'immaginazione può essere speranza.
Cos'è la fantascienza? Una serie di irrealizzabili fantasie che prendono spunto da nozioni scientifiche, o anticipazioni su quello che sarà o potrebbe essere?

mercoledì 4 ottobre 2006

Per un pò d'erba...

Vivo a Ct da quando sono nato, e da quasi vent'anni abito in questo quartiere. Il mio è un condominio contenente dodici appartamenti, tutti occupati da famiglie. Ho visto nascere e crescere questa zona, sono cresciuto con lei (avevo sette anni quando mi sono trasferito qui, a sette km dal centro).
Nel 1987, quando arrivai qui, c'era a malapena il palazzo, che anch'esso esisteva da poco più di qualche anno e ospitava appartamenti vuoti e solo qualche famiglia stabilitavisi da poco. Il paesaggio era decisamente lunare: non vi era strada asfaltata (al di fuori del condominio), nè banchine, nè pali della luce, nè parcheggi, nè alberi. Il silenzio regnava sovrano, a parte che quando un pastore (come giornalmente accadeva) passava di lì con le sue pecore o qualche macchina metteva a dura prova le proprie sospensioni "tagliando" per di là. Avventurarsi a piedi fuori dal condominio la sera, significava rischiare di essere assaliti da branchi di cani randagi, che tuttora si trovano qui, sempre in cerca di qualcosa da mangiare.
A poco a poco ho visto sorgere una bella strada a doppia carreggiata, che praticamente è un rettilineo di circa 300 metri, proprio di fronte casa; tutte le relative banchine e passaggi pedonali, gli slarghi/parcheggi, gli alberelli, i lampioni della luce, le fermate dell'autobus...in poche parole, questa zona è stata "servita" e collegata come si deve al resto della città.
Ogni condominio situato lungo il bordo di questa strada, all'esterno di esso, ha un piccolo pezzetto di terreno adiacente che in realtà lo tiene separato dalla strada (quello del mio condominio è di circa 350 mq). Questa lunga introduzione mi è servita proprio per giungere a questo punto, a questo piccolo pezzettino di terreno che vedo proprio di fronte a me quando mi affaccio dalla finestra. Esso non è altro che una parte di quel terreno sterrato originario, lasciato accanto alla nascente strada come separazione dagli edifici abitati. A guardarlo adesso non si capisce bene se è solo un ricettacolo di erbacce infestanti (che impediscono a quei 4 alberelli che il comune aveva provato a mettere di crescere) o una discarica che cerca di prendere vita. Ovviamente la cosa non mi fa piacere, non mi fa piacere vedere che gente che passa a velocità dalla strada lancia oggetti di tutti i tipi, non mi fa piacere vederci i cani fare i loro bisogni nè scaricare materiali abusivamente durante la notte. Sono anni e anni che assisto a tutto ciò e mi chiedo per quale motivo in questo piccolo pezzetto di terreno, il comune non si decida a fare delle bonifiche dalle piante infestanti e a piantare che so, un prato all'inglese, con degli alberi veri e magari con delle panchine e giochi per i bambini, che farebbero di sicuro comodo a tanti. Preferirei di gran lunga vedere vecchietti che parlano fra loro o bambini che giocano di fronte casa mia, piuttosto che spazzatura e cagate di cani. Forse tanti atti di inciviltà si fermerebbero di fronte a un nuovo ordine, di fronte alla pulizia e alla bellezza.
Vorrei chiedere, a chiunque possa darmi consigli utili, come posso muovermi per risolvere il problema, a chi dovrei rivolgermi per sperare di essere ascoltato, e chiunque voglia comunicarmi casi analoghi può/deve farlo. Ricordo anche che questo è solo un caso, ma che Catania è piena di casi del genere se non peggiori.
(Se avete google earth e volete vedere la zona, le coordinate sono: 37° 32' 56,84'')

lunedì 2 ottobre 2006

Inaugurazione ufficiale

Desidero dire due parole riguardo alla nascita di questo ennesimo spazio personale nel mondo della rete. Intendo inaugurarlo insomma, autobenedicendomi e autobenedicendolo, perchè mi sembrava un pò avventato cominciare subito sparato col post sulla litografia (che ho scritto per alcuni amici). Cosa voglio raggiungere non lo so...magari sono stanco di perdere i foglietti sui quali a volte scrivo, magari voglio solo scoprire se i viaggi della mia mente sono simili a quelli di un'altra o se esistono fili di connessione logica nei sogni, o parlare di una notizia di cui il tg ha preferito non parlare...Mi piacerebbe creare discussioni su letture di libri, visione di film, ascolto di musica, fantasticherie sul mondo e sullo spazio e quant'altro di entusiasmante vi si possa aggiungere col tempo, ma non voglio dilungarmi in descrizioni. Un nuovo mondo ha preso vita, il mio. Chiunque si trovi a visitarlo sarà qui il benvenuto. Credo nell'uguaglianza, nella cooperazione fra gli uomini e negli scambi produttivi di idee, è per questo che ho dato vita a questo blog. Vi aspetto numerosi.

Qualche dubbio su...

litografia: varietà di procedimenti tecnici e di impressioni grafiche moltiplicabili a stampa in bianco e nero o a colori; originariamente mediate da una matrice di pietra (poi anche di zinco e alluminio) per la stampa d'arte, elaborata manualmente, con appositi pastelli o inchiostri grassi e quindi trattata, "preparata", in modo che le parti disegnate o positive accettino la inchiostrazione a rullo, mentre quelle negative e cioè i bianchi, perchè in grado di assorbire acqua e mantenersi umide, la rifiutano; per prodotti industriali, fotolito, offset ecc.
(Renato Bruscaglia, Incisione calcografica e stampa originale d'arte, 1988)