martedì 7 agosto 2007

Sul Morire

Questa notte sono morto. Era come si stava un tempo alle elementari, dopo l'ultimo giorno di scuola. La sensazione era come quella di essere entrati in vacanza, di non doversi più occupare di qualcosa. Quel qualcosa stavolta era la vita. Tutti sembravano così indaffarati, ed io ero escluso da ogni cosa, quasi che non fosse più di mia competenza. Io però ero presente e cosciente, ero ancora fra la gente ma non tutti potevano sentirmi. Avevo la sensazione che il mio corpo fosse distante da me, in un luogo indefinito, e non sapevo cosa Io fossi. Sapevo che tutto era finito e nonostante ciò non avevo dolore nel cuore per questo fatto. Il dolore era provocato da alcuni determinati pensieri. Come staranno adesso mia madre, mia sorella, (mio padre) di fronte a questa notizia? Come posso lasciare un tale dolore nel cuore di queste persone senza nemmeno poter più dire nulla? E pure: che senso ha avuto tutto questo studio, tutto questo tempo passato in sacrificio per una soddisfazione che non ho raggiunto? E ancora: in che condizioni verrà trovata la mia stanza? Il mio piccolo mondo, la mia piccola privacy, quell'opera d'arte vivente che è la mia stanza...è adesso aperta alla curiosità di tutti, agli sguardi di tutti...nulla proteggerà più i miei segreti. Una sensazione spiacevole, ma non più di quella provocata dal non sapere dove si trovasse il mio corpo e in che condizioni, e soprattutto da cosa fossi Io.
Attendevo qualcosa, e sebbene non riuscissi a capire cosa, qualcuno ancora si rivolgeva a me con parole che non ricordo più, ma che mi davano conforto.
E chissà poi perchè uso il passato. Mi rendo benissimo conto che tutte queste parole potrebbero essere traslate in un futuro. Del resto, chi sa cosa vuol dire morire?
La coscienza esiste al di fuori dal corpo? Quello che dal nostro corpo è stato plasmato come pensiero, attraverso le nostre esperienze, sopravvive alla materia? Si continua a soffrire in modo "umano" anche dopo?
Non posso dire che sia stata una piacevole esperienza, soprattutto per il fatto che mi sentivo completamente solo in un mondo pieno di gente, mi sentivo come una persona che sta per intraprendere un viaggio da cui non tornerà più, e nonostante li vedessi ancora tutti, non so come spiegare, ma mi sentivo già molto lontano da loro. Non posso nemmeno dire però, che non sia stato molto interessante provare tutto questo.
Poi, una telefonata mi ha riportato in vita.