giovedì 5 aprile 2007

300 & Sin City: analogie

Ieri sera sono andato al cinema a vedere "300", il nuovo film di Zack Snyder uscito nelle sale italiane venerdì scorso. Il film è tratto dall'omonima graphic novel di Frank Miller (che purtroppo non ho potuto ancora vedere), stesso disegnatore di "Sin City" da cui Robert Rodriguez assieme alla stretta collaborazione con Miller, ne ha realizzato il film uscito nel 2005.

Il film è quasi interamente (per quanto riguarda le ambientazioni paesaggistiche) realizzato in computer grafica, con fotografia, montaggio ed effetti speciali a dir poco spettacolari, che ne esaltano le epiche suggestioni. La storia, è una storia di coraggio basata in parte su avvenimenti storici ma condita e "gonfiata" dalle fantasie (presumo) che nella sua opera grafica sicuramente Miller può permettersi, e reinterpretata e tradotta per il cinema da Snyder. Ma ciò di cui volevo parlare non è tanto il film in sè, quanto l'analogia di un particolare importante in esso contenuto, con un altro particolare che si trova in "Sin City", che come avevo detto prima, è anch'esso tratto da un'opera grafica di Miller. L'immagine che qui di seguito propongo infatti, è un breve inserto contenuto nel secondo dei tre

albi del fumetto (Sin City - settembre 2005), intitolato "Un'abbuffata di morte", che fa da introduzione a una vicenda che sta per avvenire. Come si può vedere, già qui si trova un accenno alla trama di 300, uscito ben due anni dopo. In Sin City, storia divisa in tre episodi (anche nel film), "Dwight è l'amante clandestino di Shelly, che passa le notti proteggendo Gail e le ragazze di Old Town da Jackie, un duro con un'insana inclinazione alla violenza". Le ragazze occupano e gestiscono la città vecchia grazie a un accordo con le forze di polizia, attraverso il quale si guadagnano la piena autonomia e protezione dalla mala, in cambio di prestazioni gratuite. Ma quando "per errore" uccidono un tenente di polizia tutto cambia: mala, protettori e spacciatori minacciano di volersi riprendere la città vecchia, e la guerra è vicina. Solo Dwight, attraverso una "giusta scelta di campo", riuscirà assieme alle ragazze a sbarazzarsi dei loro nemici, cogliendoli di sorpresa in uno stretto vicolo fra due edifici. L'analogia (persino dichiarata) con lo stratagemma del Passo delle Termopili è dunque fortissima. In quest'altra tavola, Dwight è di fronte al vicolo, poco prima del massacro, poco prima di eliminare definitivamente tutti gli ostacoli alla piena libertà delle donne nella loro parte di città. In entrambi i film,



















mi pare di trovare un profondo rispetto per le condizioni della donna nella società, tanto fra quelle della società spartana in "300" (già a quel tempo avevano praticamente gli stessi diritti degli uomini - cosa che non accadeva invece, a distanza di molti secoli in altre società), quanto fra quelle dell' immaginaria e futuristica società di donne emancipate nella loro città privata di "Sin City".