domenica 10 giugno 2007

La vendetta nel cuore

A pranzo da mia nonna, come ogni venerdì. Nel balcone di casa sua, le 16 da poco trascorse, sorseggiavo il mio caffè prima di andare via, poi...
il ricordo che ho degli istanti successivi si dilata e restringe in base al mio umore, col passare del tempo. Sento degli spari, una scarica di spari, come quelli che si sentono in abbondanza nella notte di Capodanno. Saranno a salve ho pensato fra me, quando un rumore di oggetto metallico che cadeva nella tettoia sottostante al balcone in cui mi trovavo, mi conferma che non lo erano. Spingo mia nonna dentro casa e guardo verso la piazza. Solo un'agitazione di persone che correvano da tutte le parti, e man mano sparivano. Accanto alla panchina, vicino al chiosco, vedo una sagoma indistinta che poteva anche essere un residuo di cartone rimasto dal mercatino della mattina. La curiosità si impadronisce di me. Scendo.
Percorro lentamente quella cinquantina di metri che mi separavano da quella sagoma, e finalmente tutto è chiaro. Il corpo di un uomo giace riverso a terra, in una pozza di sangue, col volto distrutto dalle pistolettate. Rimango immobile a guardarlo in una tensione che pervade l'aria circostante. In lontananza sento suoni si sirene avvicinarsi. Nel giro di due minuti sei volanti della polizia sono già lì, e anche tutti gli altri curiosi compaiono, solo dopo l'arrivo dei tutori dell'ordine. Resto ancora un pò, non so perchè. Alle prime urla decido di tornare indietro. Odio le urla di morte.
Sono passati due giorni e non sto bene. Un fermo immagine persiste nella mia mente. Ho sentito dire che i mafiosi si uccidono fra loro, operando involontariamente una sorta di "pulizia" della società, ma mi chiedo se ci sia meno crudezza in queste parole che non nel gesto dell'uccidere, mi chiedo sempre se può considerarsi civiltà approvare l'assassinio, anche se di persone che non meritano di vivere fra i civili. Quella persona era sì un pregiudicato, ma prima di quello che ha caratterizzato la sua vita e le sue azioni, era un uomo, di carne ed ossa. Stavolta non ha deciso la giustizia, o meglio, non quella giustizia. Mi chiedo perchè, nelle voci di tutti i (presunti) cristiani che ho sentito, io non abbia sentito accennare al perdono nemmeno minimamente. Mi chiedo se ci sono vere speranze di redenzione per chi sbaglia nella vita. Mi chiedo se il genere umano sia riuscito, o se questo Dio stavolta abbia fallito.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ho letto le tue parole...avevo saputo di questa cosa al tg.
Vorrei dirti tante cose, ma in questo momento ho solo pensieri confusi...
mi viene solo in mente un accenno al discorso del "perdono"...è una cosa bellissima in effetti il perdono, se poi il "perdonato" diventa anche un pò "migliore" dopo l'accaduto...altrimenti non ci resta che la speranza.
Io sono forse troppo ottimista per natura.
Adesso sinceramente spero che tu non stia ancora male al pensiero di questa vicenda...ti abbraccio, e a presto.
Un grosso bacio, niko.

12 giugno, 2007 15:29  
Blogger J29A said...

Grazie Ni, per le tue parole di conforto. Adesso sto un pò meglio, nonostante sia consapevole che questa cosa mi rimarrà scolpita nei ricordi a vita. Ti abbraccio anch'io, notte.

13 giugno, 2007 00:31  

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